Stop allo spreco: il progetto etico

Gli sprechi del mercato agroalimentare sono all’origine di questo nostro importante progetto.

Da un’indagine su scala mondiale uscita pochi anni fa e confermata dai più grandi economisti, ben il 40% della produzione agroalimentare viene sprecata e quindi non utilizzata. Tradotto significa che metà del pianeta spreca quasi tanto quanto mangia e l’altra metà non mangia.
Questa è una situazione umanamente ed economicamente non sostenibile contro la quale noi lottiamo. Alla luce poi dei futuri scenari prospettati anche dalla FAO di grande difficoltà a reperire il cibo, questo spreco va assolutamente combattuto.

Dalla logica dello spreco sono travolte tutte le tipologie di prodotto, anche la carne. Ma la cura e le attenzioni con cui alleviamo questi generosi animali, ci fanno meditare sul significato del loro sacrificio che non deve essere vano ed inutile ma onorato ed accolto fino all’ultimo come un grande e prezioso dono che madre natura ogni giorno ci porge.

Quindi consumare in modo etico significa  consumare l’intero animale apprezzandone ogni singola parte.

Un grande sconosciuto: “il quinto quarto“.

Per ”quinto quarto” si intendono tutte quelle porzioni di un animale che sono al di fuori dei quattro quarti classici. Nel dettaglio sono: le trippe (trippa di rumine , foiolo e lampredotto), il fegato, il cuore, le animelle, il rognone, la milza, il polmone, i nervetti, il cervello, il guanciale, la lingua, la coda, il midollo osseo, la budellina da pagliata, il testicolo e la tettina.

Un’eccezionale assortimento di materia prima da trasformare in piatti di alta cucina anticamente considerati bocconi da Re ma che varie circostanze hanno contribuito a relegare al ruolo di tagli minori. Oggi, anche grazie al nostro impegno nella promozione della filosofia del non spreco, molti chef di grande fama hanno riscoperto il valore organolettico e culinario di queste prelibatezze ed hanno ridato a questi tagli il giusto riconoscimento riportandoli agli onori della cronaca.

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